In
Italia il low cost è un settore che vale 62
miliardi di euro (5% del pil), e che in questa
fase di crisi economica cresce l'8% l'anno.
Impossibile ignorare quindi questo fenomeno, che
sta rimodellando i consumi degli italiani.
Su
"4 Soldi" torneremo presto a parlarne (ad esempio
con la recensione di Italia
Low Cost, da cui ho tratto i dati di sopra), ma
lasciatemi anticipare che il low cost non
signifca prodotti scadenti e dannosi per la
salute e per l'ambiente a prezzi stracciati;
anzi, a volte il low cost può offrire qualità
superiore nel rispetto di determinati valori...e
del portafoglio.
Come? intervenendo con i massimi sforzi sulla logistica, eliminando inutili fronzoli e destinando grande attenzione alle esigenze del cliente.
Esempio
italiano (e sponsor di questo post, grazie a Blogger
Italia) è la catena di distrubuzione DPiù.
Assieme ad una constatazione del fatto che "l’Italia sta cambiando:le abitudini di acquisto si modificano al modificarsi della società", l'azienda rende chiari i suoi valori principali. Attenzione alle esigenze del cliente (che in un supermercato significa anche passare poco tempo in coda e trovare personale disponibile e gentile), selezione dei produttori, offerta variegata e attenta alle nicchie di mercato (stanno ad esempio aumentando l'offerta di prodotti per chi ha intolleranze alimentari), semplicità (il loro stesso sito è scarno, ma chiaro), ottimizzazione dei processi di approvigionamento (che quindi consentono di spuntare buona condizioni con i rifornitori).
Tutto questo al fine di commercializzare prodotti la cui qualità "continua a migliorare" e ad un prezzo contenuto: l'azienda calcola infatti un risparmio sulla spesa del 30% (date un'occhiata a loro volantino per confrontare i prezzi).
Stay tuned... perchè torneremo sull'argomento a breve.
Buon low cost a tutti!